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La top10 da Madonna dei Fornelli a Passo della Futa

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1) Madonna dei Fornelli, paese fuori dal tempo

Madonna dei Fornelli è un tipico paese dell’Appennino. Esso è nato come luogo di villeggiatura, sviluppatosi intorno ad una strada, ed è diventato punto di riferimento per La Via degli Dei. Oggi il paese regge l’impatto turistico dei low cost e dei rifugi alpini offrendo a turisti e villeggianti un ambiente protetto, genuino e tipicamente emiliano.

2) Fornelli, fornaci e focolari

Il toponimo “fornelli” si riferisce alla presenza di carbonai che accendevano nei boschi piccoli

fuochi per bruciare lentamente la legna ed ottenere così il carbone. Secondo altri deriverebbe non da Foculus, cioè piccolo focolare, ma dalla parola Fornax in riferimento ad una fornace oppure un cratere. Si potrebbe quindi anche azzardare l’ipotesi che in questo luogo, al tempo della Roma Imperiale, vi fossero alcune fornaci da cottura o da calce.

3) Una medaglia d’oro per Padre Bernardino

Padre Bernardino nacque a Madonna dei Fornelli il 24 gennaio dell’anno 1905. Divenuto parroco di Ancona, durante la guerra salvò la vita al rabbino Toaff, dal 1951 rabbino capo a Roma, dandogli rifugio dentro la cantina della sua canonica. Per questo motivo nel 1948 ricevette dal Sindaco di Ancona la medaglia d’oro per meriti legati alla sua grande umanità. Attualmente la Chiesa ha in corso un processo per la sua beatificazione.

4) La “pietra serena” di Firenzuola

La pietra serena è tipica dell'architettura toscana ed era utilizzata dagli etruschi e dai romani.

E’ una arenaria di colore grigio particolarmente utilizzata nell'architettura ed è caratteristica della zona di Firenzuola. Lungo il cammino si possono vedere questi banchi striati solitamente di spessore rilevante: raramente sono inferiori a 50 centimetri e possono raggiungere anche alcuni metri di altezza.

5) Il mistero delle ossa

L’origine del nome “Piana degli ossi” nasce da un errore. In passato infatti i contadini del luogo, mentre aravano il terreno, ritrovarono piccoli frammenti bianchi, rotondeggianti con forme tali da poter ricordare quelle delle ossa, animali ed umane. In realtà erano pezzi di calcare, residui di un grande impianto da sei fornaci da calce probabilmente risalente al II secolo a.C.

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6) Finalmente la metà

Quando si arriva a Monte Poggiaccio ecco una prima vera meta: la metà del percorso o almeno l’approssimativa equidistanza tra Bologna e Fiesole (a cui si deve aggiungere il tratto di Firenze). 

Vale la pena una pausa in questa piana, probabilmente luogo di sosta e accampamento di militari fin dall’antichità.

7) La Flaminia militare 

Il tracciato scoperto e documentato di questa antica strada realizzata dalle legioni romane è di circa 24 km, da Monte Venere a Monte  Poggione. È una strada di crinale ma si trova 10-20 metri più in basso, ben riparata dal vento. Presenta caratteristiche tipiche di una strada ufficiale: è lineare, ha una larghezza costante di 2,40 m (corrispondente alla misura romana di 8 piedi) e si può calcolare che per ogni metro siano stati utilizzati circa 25 quintali di arenaria. Info: www.flaminiamilitare.it

Ma, al di là dell'importanza storica di questa strada, la storia della sua scoperta, avvenuta grazie a due archeologi per passione, Franco Santi e Cesare Agostini, è unica e merita di essere ascoltata nel silenzio dei loro boschi, dove per 20 anni hanno scavato per dimostrare l'esistenza della Flaminia Militare.

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8) Il fiore verde dell’Appennino

Il nome di questo fiore deriva dal greco Helleborus ovvero “nutrimento che uccide” in riferimento alla velenosità del rizoma e delle radici. Nell’antichità si reputava che la sua radice curasse la pazzia. In questa zona solitamente si trova l’Helleborus viridis, verde, composto da cinque sepali che assumono l’aspetto petaloide; guardandoli si pensa a dei fiori delicati, in realtà sbocciano nei momenti più freddi dell’anno spesso sotto la neve. 

9) 5 Km di Linea Gotica

Nel 1944 sul passo della Futa i tedeschi costruirono un complesso sistema costituito da fortini dotati di torrette con cannoni, postazioni d'artiglieria, casematte in cemento armato, rifugi in galleria e punti d'osservazione a protezione dei fianchi del passo, il tutto corredato da un fossato anticarro di oltre cinque chilometri, con estesi campi minati tutt'attorno. Nei dintorni dell'abitato di Santa Lucia rimangono tracce di quel grande sistema difensivo: il fossato anticarro, due bunker per cannoni, due interrati e due completamente esposti.

10) Il più grande cimitero tedesco italiano

Il cimitero tedesco della Futa è il maggiore tra i dodici cimiteri militari germanici in Italia. Esso conta quasi 33.000 salme e resta a monito e ricordo di una guerra che ha duramente colpito l’Appennino. Progettato e realizzato negli anni ’60 (fino agli anni ’50 la Germania non poteva edificare cimiteri nei paesi teatro di guerra) è un esempio di architettura del paesaggio. La sua forma a spirale infatti pare avvitarsi verso il monumento alla memoria, sormontato dalla simbolica “scheggia”.

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