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Animali pericolosi: sfatiamo una leggenda

Nell'Appennino gli animali selvatici non mancano di certo: sebbene il territorio montano sia antropizzato, dobbiamo ricordarci che siamo noi esseri umani che entriamo in un habitat che è la casa naturale della fauna locale.

Cinghiali, lupi, cervi, vipere sono gli abitanti dei nostri boschi. Sono però tutti animali che hanno paura dell’uomo e per questo motivo ne stanno ben alla larga. Solitamente lupi, cervi e cinghiali sono animali difficilmente avvistabili nelle ore di luce, tuttavia la loro massiccia presenza sull’Appennino ha fatto sì che sia sempre più facile scorgerli a qualsiasi ora del giorno.





Lupi e cinghali


Non illudetevi di incontrare così facilmente un lupo però: è un predatore che ha ripopolato le nostre montagne a partire dal secondo Dopoguerra per via del progressivo abbandono della montagna da parte dell'uomo; non ci tiene particolarmente tanto a incontrare esseri umani, perché purtroppo nel corso dei secoli gli esemplari di lupi venivano cacciati e uccisi.


In cinghiali invece hanno una storia diversa: la popolazione infatti è stata incentivata dall'uomo per aumentare gli esemplari da cacciare. La popolazione di cinghiali è controllata dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Toscana secondo piani specifici chiamati Gestione faunistico-venatoria del cinghiale.


In generale gli animali che abbiamo citato non sono aggressivi per l'uomo perché, come abbiamo detto, lo temono.

Molto raramente può capitare di incontrare cinghiali. Cosa fare in questi casi? Mantenete la calma, non guardate l'animale negli occhi e indietreggiate senza dare le spalle. Gli attacchi sono estremamente rari e avvengono quando il cinghiale si sente alle strette e attacca per difendersi.


Più che incontrarlo faccia a faccia è più probabile sentirlo di notte, soprattutto se dormite in tenda: ricordate di allontanare tutto ciò che è commestibile (anche i resti della vostra cena!) dal vostro giaciglio e dal vostro accampamento, magari legandolo in alto su un ramo, per far sì che non arrivi qualcuno a banchettare con il vostro cibo.


Vipere


Discorso a parte va fatto per le vipere che oltre a mimetizzarsi molto bene, strisciano sui sentieri e sulle strade, nei campi e tra le sterpaglie. Se vi capita di passare in un punto in cui l’erba è particolarmente alta, fate rumore aiutandovi con un bastone.

Il morso di una vipera non è mortale, tuttavia è necessario agire tempestivamente, recandosi immediatamente al pronto soccorso oppure, in caso di impossibilità, chiamare il numero unico 112.


Zecche


Infine, bisogna citare le zecche. Soprattutto nelle stagioni primaverili ed estive, questi insetti tendono ad attaccarsi alla nostra pelle provocandoci prurito e rossore. Si trovano molto facilmente nell'erba alta e nei boschi rigogliosi.

Vi consigliamo di controllare periodicamente e per intero tutto il vostro corpo alla fine di ogni tappa.

La zecca penetra la pelle mantenendo all'esterno il corpo e forma un piccolissimo punto arrosato sulla pelle in corrispondenza della sua posizione.

Cosa fare se si viene punti? Riportiamo per intero il testo del Servizio Sanitoario Regionale dell'Regione Emilia-Romagna:


Dato che la zecca è molto piccola e i suoi morsi solitamente non sono dolorosi, è facile non accorgersi della sua presenza sul corpo.

Per questo, dopo aver visitato aree dove potrebbero esserci zecche - come prati, boschi, parchi e sentieri in campagna o in collina - è importante controllare con estrema cura la propria persona, i bambini, i propri indumenti e gli animali domestici.

Occorre ricordare che la trasmissione di malattie attraverso la puntura di zecca è improbabile, a meno che la zecca non resti adesa per diverse ore. Ad esempio, il rischio di infezione per la malattia di Lyme generalmente avviene solo quando la zecca rimane adesa per più di 24 ore.

 

Cosa fare se si viene punti

  • Estrarre il parassita utilizzando delle pinzette a punta fine o altri strumenti idonei per afferrare la zecca il più vicino possibile alla cute.

  • Tirare verso l’alto con decisione senza stringere e senza provocare strattoni o torsioni.

  • Evitare di schiacciare il corpo della zecca o di far rimanere parti della bocca (rostro) nella ferita.

  • Controllare con molta attenzione che una parte del rostro non sia rimasto nella cute, in tal caso è possibile rimuoverlo utilizzando un ago sterile.


Cosa non fare

  • Non intervenire sulla zecca quando è ancora attaccata alla cute con sostanze chimiche, oli o calore. Tali azioni facilitano il rigurgito della zecca e fanno aumentare il rischio di trasmissione delle infezioni.

  • Evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, per evitare di schiacciarla e di infettarsi attraverso il sangue o le lesioni della pelle.

  • Non utilizzare antibiotici senza aver consultato un medico


Aggiungiamo noi: non utilizzate olio o altri liquidi per tentare di stordire la zecca. Esistono in rete alcuni siti che riportano erroneamente questa tecnica, che non solo non è efficace ma è controproducente perché la zecca potrebbe rimettere all'interno della putnura

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